19 ottobre 2009

Scienza e Neuroscienza. Brancolando nel buio...

E' un po' che non ci sentiamo. Ho avuto qualche problema. Ovviamente, non trattandosi di facebook, non ho la minima intenzione di parlarne qui.

Tornando a noi, capita a volte di cambiare idea su qualcosa, poi ricambiarla ancora, per poi...ci siamo capiti immagino.
Il qualcosa in questione è la cosiddetta neuroscienza.

Di come sia arrivato alla mia visione di coscienza ho parlato qui, della mia visione della scienza invece ho detto qualcosa qui. Vorrei ritornare un attimo sul secondo articolo.
Il fatto che Einstein abbia partorito una delle più grandi teorie unificatrici della storia dell'uomo senza uno straccio di esperimento, ha di fatto decretato la fine del metodo scientifico.

Da allora una serie di ricercatori si è sentita in grado e quasi in dovere di spingersi sempre più oltre, nel formulare teorie totalmente antilogiche con la presunzione di essere universali e rivoluzionarie. Questo rinnovato amore nella "scienza" ci ha regalato teorie eccellenti come la quantistica, ma anche una serie di ipotesi fantasiose, la cui "scientificità" è stata rimandata a conferme ipotetiche legate ad esperimenti impossibili allo stato attuale della tecnologia, e probabilmente relegati nel nostro futuro anteriore.

Questa nuova fede cieca nella scienza ha anche fatto sì, che un grande numero di persone creda o abbia creduto che ogni cosa sia spiegabile da un punto di vista scientifico e che i problemi insiti nella verifica delle ipotesi siano solo di ordine "tecnologico", per così dire.

Dal canto mio rimango dell'idea, che per quanto eleganti e interessanti, a fini letterari o filosofici, possano essere le ipotesi dei cosiddetti scienziati "teorici", la scienza rimanga quella confutabile, di Galileo e di Karl Popper. Intendiamoci, ben venga l'azzardo e la lungimiranza del coraggio di osare nuove strade, purché rimanga chiara la differenza tra un'ipotesi e una teoria supportata dall'esperienza.

Questo cappello serve ad introdurre un video, una conferenza di Henry Markram, realizzata per TED (potete trovare il link al sito in basso a sinistra se siete interessati), date un'occhiata, ci risentiamo tra una quindicina di minuti...



Rieccoci qui. Il tizio in questo video, in sostanza, afferma di essere riuscito a replicare una colonna neocorticale di un ratto su di un computer e di poter fare lo stesso per una umana. Una colonna neocorticale è una piccola sezione di cervello, che può essere considerata la sua unità funzionale, per quanto riguarda i processi della mente concettuale. Arrivati a questo punto, afferma che in dieci anni potrà costruire un cervello umano, semplicemente collegando in parallelo una quantità enorme di di computer come quello che simula la singola colonna, sarebbe ancora una volta una mera questione di tecnologia prima che un'altra barriera preclusa alla scienza venga abbattuta, il funzionamento del cervello umano e della sua coscienza.

Io sono stato per qualche anno un riduzionista, sull'onda dell'entusiasmo, per quel genio che non aveva bisogno del metodo scientifico. Poi ho cambiato idea, e ora ecco questo video a segnare un altro punto per Einstein.

L'ipotesi della cosiddetta "IA forte" è ben precedente al progetto Blue Brain di cui Henry Markram riassume i risultati nel video, è stata ispirazione per decine di racconti e film di fantascienza e bersaglio di innumerevoli critiche oltre che di appassionate difese a spada tratta. Oggi sembra che abbia segnato un altro punto a suo favore, un altro punto a favore degli scienziati teorici, grazie al metodo scientifico e allo stesso tempo contro la sua "necessita", considerata sacra per tanti anni e ora più che mai in bilico.

Per chi non avesse confidenza con l'ipotesi dell'IA forte un'introduzione accattivante può essere il racconto di Dennett intitolato "Dove sono". Lo potete scaricare in inglese (pdf) da qui o leggerlo in italiano su questo blog.

Al di là della mera questione, ci rimane ancora il dubbio originale: quel'è il limite della scienza? Esiste questo limite? La conoscenza è solo un problema di tecnologia?

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