23 dicembre 2009

Sotto un unico cielo.

C'era una volta la Antonio Merloni S.p.a. C'è ancora, a dire il vero. Non per molto tempo, mi viene da aggiungere. Non divaghiamo.
C'era una volta un capannone della Merloni S.p.a., un martello alzato, un dito sull'incudine e una scommessa.
-Non sarà matto a colpire davvero?
-Non sarà matto a lasciare il dito fermo?

C'era una volta, qualche anno dopo, sotto lo stesso cielo, un regista cinese di nome Zhāng Yìmóu. Il regista tirò fuori un blockbuster asiatico dal dubbio gusto, risparmiatevelo. Un imperatore sognava di riunire tutte le genti in un solo stato, garantendo pace e prosperità. La sua poesia recitava così: sotto un unico cielo.

Nel frattempo il sogno dell'imperatore era realizzato. Sogno, oddio...incubo.
Sotto lo stesso cielo José Bové "piangeva disperato la sua libertà perduta". Per dirla con parole d'altri.

Sotto lo stesso cielo, per due settimane, a Copenhagen, si sono riuniti i cosiddetti potenti della terra. Gli unici che fino a oggi non sembrano aver capito il sogno dell'imperatore, pur essendo i generali che l'hanno realizzato. Sarà forse che tra loro e quel cielo, l'unico che abbiamo, c'era un capannone da gozziliardi di dollari e una fitta coltre di smog.

Sotto lo smog, sotto al capannone, qualcuno però non c'era. Mancava l'imperatore in persona, Wen Jinbao.
C'era al suo posto un sottosegretario al salcazzo dell'inutile.

E' presente il primo ministro cinese?
No! Disse il salcazzo del sottosegretariato all'inutile.

Allora prese la parola la Merkel, dicendo che anche unilateralmente la Germania si sarebbe impegnata a ridurre le emissioni dell'80% entro il 2050 come negli accordi precedenti era stato stabilito.
No! Ha risposto l'imperatore, via preposta inutile persona del salcazzo.

Manteniamo almeno il tetto massimo del riscaldamento globale a 2° fino al 2020. Già c'era l'accordo.
No! Ha risposto il salcazzo dell'imperatore, ormai sottosegretario all'inutile.

Si è alzato poi il negro. Quello che realizza la fantascienza. -Offro cento milardi di dollari ai paesi in via di sviluppo, e mi impegno a diminuire le emissioni U.S.A. del 17% rispetto al livello del 2005 entro il 2020.
E...indovinate un po' il sottosalcazzo dell'imperatore? Non è difficile vero? No!

Avete capito bene, è stato impedito anche ai singoli paesi, unilateralmente, di inquinare di meno, di sfoltire la coltre tra noi e il cielo. Vi chiederete perché.

La risposta è semplice: siamo ormai tutti sotto un unico cielo, l'incubo dell'imperatore è oggi. E' qui. Adesso.

E di nuovo a correre, e di nuovo a produrre, e di nuovo a testa bassa.
In alto i martelli.
Le dita sull'incudine.

Non saranno matti a non accordarsi?
Non saranno matti a coprire l'unico cielo?

Nel capannone della Antonio Merloni S.p.a. si è sentito improvvisamente un urlo terribile.
Portate l'orecchio alla finestra e guardate quello che resta del cielo. Questa volta non basterà un'ambulanza e una corsa al pronto soccorso.

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