20 febbraio 2010

E-Ink, muore la carta? (Precisazioni)

Iniziamo dalla fine, dalle precisazioni.
Mi sono arrivate delle mail a proposito dell'ultimo articolo, non capisco il perché non scrivere direttamente nel blog al posto di mandarmi una lettera ma tant'è. Non le pubblico ma mi limito a rispondere brevemente.
Il mio non era né un elogio, né un'apologia. Tra l'altro nonostante chi sia stato tradito possa trovarsi meglio nei panni di Amleto non trarrei conclusioni affrettate, fossi in voi, che a scambiare l'interprete col personaggio si rischia di fare un gran casino.

Saltando di palo in frasca...

...stavo seriamente pensando di comprare un lettore di E-book reader. Per chi non sapesse di cosa si tratta la farò corta: è un apparecchio elettronico portabile nel quale si possono caricare e visualizzare file di testo, quindi anche interi libri, per poi leggerli come si fa(ceva) con i vecchi volumi.

Volumi, arrotolati. Si chiamano così perché in principio la parola scritta era intrappolata in pergamene e papiri arrotolati, poi si è passati ai codici e senza soffermarmi sull'etimologia, basta un passo ancora per lasciare indietro la calligrafia degli amanuensi a favore delle lettere stampate a rullo di Gutemberg.
E' arrivato il tempo del prossimo passo?

Time Machine, target: 79 a.C. Egitto

-Io non ci credo! Sono diventati pazzi, da sempre abbiamo conservato la conoscenza nei volumi. Srotolare il papiro è un rito: la sensazione dei fusti seccati che scivolano sulla mano. Per non parlare dell'idea della sapienza che si schiude di fronte a noi, le leggi, la geometria, come si può inscatolare tutto questo in delle tavole. Non funzionerà mai!

Time Machine, target: 1455 d.C. Abbazia di Montecassino

-Abate, abate! Ho appena ricevuto quelle due bibbie dalla Germania, da Magonza. Non ci crederà mai, sono identiche!
-Non dire idiozie fratello, nessun codice può essere identico ad un altro, ogni uomo che ricopia ha la sua calligrafia e esprime la sua arte attraverso miniature sempre differenti...CHE DIAVOLERIA E' MAI QUESTA? -Si fa il segno della croce. -Mio dio santissimo, che ne sarà di noi, libri uguali. Tutta l'arte dei miniatori, la pazienza degli amanuensi, tutto perso? Come sono freddi questi libri uguali. Anonimi. Non parliamo poi di quanto sarà facile ora ottenerli. La sapienza sarà sminuita, tutti potranno avere accesso ai libri. Non saranno più dei tesori da custodire gelosamente, ma verranno dati alla mercé del popolino. Il popolino non li capirà mai. Ci sono libri pericolosi...oh mio dio. Che guaio. Che sciagura. Deve essere frutto del demonio, chi altri?

Time machine, target: 2010 The Net\forum\libri

:) ololol Ma dai su :rotfl: ma il piacere della carta? L'avere il libro? Ke gusto ciè a non sentire l'odore dll colla :zomg:

A noi. Qui, ora, oggi. Siamo testimoni di una lenta rivoluzione. Il formato digitale sta lentamente prendendo il posto della carta stampata. Possiamo essere più o meno d'accordo, accadrà comunque. Se questo fenomeno è in ritardo rispetto a quello che è accaduto per la musica e il cinema, è solo per le difficoltà tecniche che hanno impedito la funzionale fruizione della parola scritta sugli schermi. Più semplice? Leggere su schermo frigge gli occhi e causa emicrania. I nuovi lettori E-ink hanno risolto il problema. Non mi dilungherò in specifiche tecniche, confidando nella vostra abilità di usare google.

Più interessante è analizzare le conseguenze di questa rivoluzione. A breve, come già successo per la musica e il cinema, la letteratura e le opere scritte in genere saranno disponibili a neuromanti e neofiti della rate gratuitamente. In confronto la rivoluzione della stampa di Gutemberg è una quisquiglia.

Non temano le case editrici, la carta stampata non sparirà, come non sono spariti cinema, dischi e DVD. Semplicemente ora, chi vorrà, avrà accesso a risorse che prima gli erano precluse per motivi economici, logistici (un'intera biblioteca occuperà lo spazio di un libriccino di 200 pagine) e strutturali (eliminando il vincolo fisico si azzerano le distanze, si favorisce la reperibilità e si elimina lo spreco\costo delle risorse. Le foreste ringraziano sentitamente).

In chiusura rimane tempo e spazio per una riflessione sul diritto d'autore. L'argomento è controverso e discuterlo in poche righe è quasi deprimente, sicuramente riduttivo, ma mi preme esporre la mia posizione: da sempre considero l'espressione culturale come una naturale conseguenza della natura umana, venne prima la musica della Siae, venne prima la letteratura delle case editrici. Questo fenomeno creativo e insorgente è figlio della cultura e della partecipazione di ogni uomo che passa, manifestandosi, su questo mondo, l'artista ne è al massimo l'interprete. La musica che ascoltiamo siamo noi, le parole che leggiamo sono i nostri pensieri, le tele che osserviamo sono il simulacro della nostra immaginazione, dei nostri tempi, della nostra società. Pagare per usufruirne non è un peccato, né un'aberrazione, quanto non lo è accedervi gratuitamente. Da oggi il mondo è un po' più vicino alla mia sensibilità.

4 commenti:

  1. e io che pensavo di diventare ricco...

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  2. che dire, non si può che essere d'accordo col buon suck. certo, ci mancherà un pò l'effetto scenografico delle librerie in casa, quelle collezioni personali da migliaia di libri (di cui magari abbiamo letto poco più della metà ed acquistato compulsivamente l'altra).
    a parte questa sciocchezza, la digitalizzazione della letteratura mondiale rimane un fenomeno straordinario, non potremo che trarne vantaggio tutti.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. No Gregorio, tu devi diventare ricco scrivendo.
    Magari riesco a fregarti pure dei soldi se c'è rimasto qualcosa di mio nel tuo romanzo.
    O no? Non mi ricordo se ti avevo firmato quella liberatoria.

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