7 gennaio 2010

Il vento di Valencia.

Il vento di Valencia arriva così. Che non te ne accorgi, come uno schiaffo, quando prima non c'era nessuno. Sbandi e ti riprendi col cuore in gola.
Ti guardi intorno e vedi che anche gli altri hanno sbandato. Gli altri sulla via, sulla tua stessa strada. Se poi dormivi quando arriva è anche peggio. E' come cadere. Come nei sogni, che salti nel letto e cadi. Nel sogno e nel letto.

Arriva dal sud il vento di Valencia. Parte dall'Atlante, tocca appena il mare e corre su per l'Andalucia. Saluta i briganti che non ci sono più, su quei monti, e corre verso nord.

E' un vento d'africa che ti porta il calore, mentre sei sulla strada. Che l'importante è il viaggio, non la meta. Se ti fermi, lui passa lì accanto e quasi si sente l'Atlante, quasi arriva il mare. Se aspetti solo un attimo puoi perfino vedere i briganti che non ci sono più.
I briganti se li è portati via il vento di Valencia. E chissà cos'altro. Quando sale ancora più a nord, ti accorgi piano piano che ti manca qualche pezzo. Ti giri, col sole alle spalle, che è quasi sera. Immagini che qualcuno, su un'altra strada, durante un altro viaggio, senta anche te insieme all'Atlante, al mare e ai briganti, quelli che non ci sono più.
Ti viene anche voglia di inseguirlo il vento di Valencia, se la tua strada non andasse a sud, se quei pezzi ormai non fossero perduti.

Poi ti riaddormenti e il prossimo schiaffo è una carezza.

"La libertà è l'ultima delle passioni individuali. Per questo oggi è immorale. E' immorale nella società e, per esser precisi, anche in se stessa"
Albert Camus

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